Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
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Pinerolo è un comune di circa 36.300 abitanti della provincia di Torino, in Piemonte. È capoluogo dell'omonimo circondario, posto ad ovest della provincia, allo sbocco in pianura della Val Chisone, dista circa 37 chilometri a sud-ovest da Torino sulla strada del Sestriere che collega il capoluogo con il colle del Monginevro.
Il territorio del comune si estende dalla sinistra del Chisone fino alla frazione montana Talucco sul fianco sinistro della Val Lemina ed occupa quindi un settore pianeggiante ed uno montuoso, raggiungendo i 1445m del Monte Freidour.
La parte più antica dell'abitato sorge sulle pendici della collina di San Maurizio, dove si trovano i resti della Cittadella, mentre a sud e a est si sono sviluppati, in pianura, i moderni quartieri residenziali e industriali, fino al corso del Lemina e oltre. Ancora oggi è possibile individuare l'andamento delle mura, di origine antica e rafforzate a più riprese fino all'intervento del Vauban nel 1670.
La zona del Pinerolese è una terra che risente fortemente delle condizioni climatiche dettate dalla vicinanza con le montagne. Già nel 1200, secondo le testimonianze dell'epoca, la zona era ricca di vigneti quali il Nebbiolo ed il pregiato Doux d'Henry, così chiamato in onore di Enrico IV.
Tra i vitigni più diffusi erano, ed in parte sono tuttora il Plassa, l'Avarengo, il Doux d'Henry e l'Avanà. I vigneti se posizionati nelle zone di forte pendenza sono spesso terrazzati.
Già nel 1800 il “Doux d’Henry” nero veniva considerato un ottimo vitigno per la vinificazione, ma per questo scopo è stato utilizzato poco in purezza, preferendosi la miscelazione con altre varietà della zona.
Il nome di questo vino sembra risalire al nome del Re di Francia Enrico IV, il quale, durante una permanenza sul territorio pedemontano all’inizio del 1600 per la firma di un trattato con Carlo Emanuele I di Savoia, ebbe occasione di degustare un vino amabile che gradì molto.
Nel Pinerolese i comuni dove si produce vino sono: Angrogna, Bibiana , Bobbio Pellice, Bricherasio, Buriasco, Campiglione Fenile, Cantalupa, Cavour, Cumiana, Frossasco, Garzigliana, Inverso Pinasca, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Macello, Osasco, Pinasca, Pinerolo, Perosa Argentina, Pomaretto, Porte, Perrero, Pramollo, Prarostino, Roletto, Rorà, San Germano Ghisone, San Pietro Val Lemina, San Secondo di Pinerolo, Torre Pellice, Villar Pellice, Villar Perosa. Bagnolo, Barge.
La zona di produzione delle uve per l'ottenimento dei vini designati con la denominazione “Pinerolese” accompagnata dalla menzione tradizionale “Ramié” è il territorio di Pomaretto in Val Germanasca. Solamente le uve (berlo cito, avanà, pinot, neretto e lambrusco) che provengono dalla zona che parte dalle ultime case del borgo fino a Lou Malpa borgata della possono ottenere la denominazione vino “Ramié”.
I vini più importanti sono:
colore: rosso rubino piu' o meno intenso; odore: intenso, caratteristico, vinoso; sapore: asciutto, armonico; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00 vol %;
colore: rosato o rubino chiaro; odore: delicato, gradevole, vinoso; sapore: asciutto, armonico; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00 vol %;
colore: rosso rubino carico; odore: vinoso, intenso; sapore: secco, fresco, caratteristico; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50 vol %;
colore: rosso rubino; odore: vinoso caratteristico e intenso; sapore: morbido e fresco; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50 vol%;
colore: rosso rubino intenso; odore: caratteristico vinoso e intenso; sapore: fresco, talvolta vivace; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50 vol%;
colore: rosso rubino con riflessi violacei; odore: delicato e vinoso; sapore: secco, morbido e fresco; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50 vol %;
colore: rosato piu' o meno intenso; odore: fresco, fruttato e gradevole; sapore: morbido, armonioso, talvolta abboccato; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00 vol %; 5
colore: rosso piu' o meno intenso; odore: caratteristico, fresco, delicato; sapore: asciutto, armonioso; titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00 vol %;
I preziosi terreni alluvionali della zona di Cavour si sono rivelati ideali per lo sviluppo di una fiorente melicoltura, che è ormai all'avanguardia nella regione e che trova la sua massima espressione nell'ormai classico appuntamento autunnale della manifestazione "Tuttomele".
L'indicazione "Mele di Cavour" designa i frutti appartenenti, non solo ai gruppi varietali Golden Delicious, Starking e Renetta, in particolare la Renetta Grigia di Torriana, ma tutte le varietà locali elencate di seguito. Bella di Barge, Buras, Dominici, Furnas, Gamba fina lunga, Gamba fina piatta, Gian d'Andrè, Grenoble, Losa, Magnana, Runsé, Rus Tumasin, Bianc Brusc, Champagne, Piatlin, Sapis, Sconosciuta Benech. La zona di produzione della mele di Cavour comprende il comune di Cavour e la zone limitrofe in provincia di Torino e Cuneo.
La cucina è tuttora legata alla cultura delle tradizioni valligiane, e racchiude nelle sue specialità il rispetto per le stagioni e per la natura; dal recupero del siero della lavorazione del latte si ottengono due formaggi tipici come il saras e la jouncâ, si fanno salumi particolari, come la mustardela, un insaccato fatto con le parti meno nobili del maiale.
Il piatto sicuramente più noto della cucina valdese è la cosidetta Supa Barbetta, una zuppa a base di pane raffermo, brodo di carne, formaggio e spezie. Un tempo era preparata soprattutto nei giorni di festa, nelle ricorrenze e nei momenti in cui le famiglie si ritrovavano per lavorare insieme nei campi.
Tra gli antipasti tipici di questi luoghi ci sono le plandre, frittelle realizzate con varie qualità di fiori, zucca, salvia, menta, borragine, i capounet, involtini di foglie di cavolo e la frittata di patate lou tourtel. Tra i primi piatti, la supa barbetta, con le sue varianti, la polenta dousa e le tradizionali calhiettes (è della val Germanasca) fatte con patate grattugiate, salsiccia cotta nel latte e cipolle. Tra le carni, lo stracotto di montone, cucinato con le erbe di montagna, e il maiale al sidro.
I dolci utilizzano come principali materie prime le castagne, per preparare torte o altre preparazioni stagionali, e i fiori come quelli di acacia e sambuco che servono per preparare i frichoulin, tipiche frittelle addolcite dal miele.
Molti e ricercati sono i laboratori di cioccolaterie e pasticceria che preparano oggi specialità anche molto originali e riconosciute a livello internazionale come la celebre “Torta Zurigo” di Pinerolo.
La tradizione racconta che verso l’inizio degli anni ’30, il Mastro Pasticcere Castino abbia ideato la Torta
Zurigo, su richiesta della Principessa Jolanda di Savoia, assidua frequentatrice della “Città della Cavalleria”.
Nel 1979 il Pasticcere di Monaco Maria eredita la ricetta da un ex collaboratore diretto del Mastro
Pasticcere Castino.
Da allora, il laboratorio pasticceria Il Pasticcere, si è fatto carico di riscoprire e rilanciare la Torta Zurigo, provvedendo ad
assicurare la registrazione del marchio Torta Zurigo Pinerolo, per tutelare ogni sua imitazione.
La base è una cialda di frolla al cacao. L'abbondante farcitura di crema chantilly, con all'interno torrone e cioccolato. Il tutto viene ricoperto da scagliette di cioccolato amaro e rifinita con le classiche "ciliegine", conservate sotto alcool e ricoperte di glassa. Come decorazione cìè il dischetto di cioccolato bianco con impresso l'esclusivo logo a conferma dell'originalità del prodotto.
Anche il “Panettone basso glassato alle nocciole” è nato a Pinerolo nei primi anni Venti e ha oggi celebrità nazionale.
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