Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
L’Inghilterra non prese parte alla Guerra dei Trent’Anni perché, fra il 1640 e il 1670, entrò in una grave crisi politica. Il popolo inglese (soprattutto Irlandesi e Scozzesi) rifiutarono il modello assolutistico di monarchia e la abbatterono; al suo posto, fra il 1650 e il 1660, adottarono la forma di governo repubblicana (a capo della quale fu collocato Oliver Cromwell).
A causa dei forti scontri sociali e religiosi maturati in questo periodo, si vide però che neppure questo tipo di potere avrebbe potuto sussistere a lungo: si ritornò allora alla monarchia, il cui potere fu però temperato da un parlamento composto di due camere: la camera alta (o dei Lords, formata da aristocratici) e la camera bassa (o dei comuni, formata dalla borghesia).
Sul trono si issò Guglielmo D’Orange, olandese d’origine.
Nel tardo ‘600 la situazione politico-militare europea era perciò così composta: le principali potenze marittime erano la Spagna (pur in grave crisi), l’Inghilterra e l’Olanda (affrontata e battuta dagli inglesi); le principali potenze terrestri erano la Spagna, l’Impero Asburgico, la Francia e, a livello regionale, in Italia, il ducato sabaudo.
Nel 1702, defunto il re Carlo V, la Spagna si ritrovò senza un legittimo successore.
Non avendo eredi diretti, Luigi XIV di Francia approfittò della situazione per reclamarne il trono. Siccome però, se il sovrano fosse riuscito a unire la Francia alla penisola iberica, ci si sarebbe trovati di fronte ad una formidabile potenza continentale, l’Inghilterra, l’Olanda, l’Austria e il duca di Savoia si opposero al disegno, dando inizio alla guerra per la successione al trono di Spagna. Essa si concluse nel 1714 col trattato di Rastatt e impedì il disegno espansionistico di Luigi XIV.
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