Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo
Intanto cominciano ad aggravarsi le condizioni di Antonietta e a nulla vale l’amore dei tre figli e del marito e le premure da cui è circondata; lo stesso Pirandello entra in conflitto sia col padre (per la questione della dote della moglie), sia col suocero Calogero Portolano.
Sempre più spesso la moglie chiederà di vivere per periodi di anno in anno più lunghi, lontano dal marito e fra i luoghi della sua giovinezza, a Girgenti, che diventa il suo rifugio ma non il toccasana al suo male; per questi soggiorni viene preso in affitto il villino Catalisano, nuovo, che davanti presenta uno scenario dolce, la campagna e in lontananza il mare.
Sul finire del 1911 sarà addirittura lui a dover lasciare la casa maritale di Roma prendendo in affitto
due stanzette ammobiliate: è un momento di profondo sconforto che troviamo puntualmente nelle sue lettere
alla sorella Lina.
Li divide soprattutto l’incomunicabilità, il muro invalicabile che Antonietta
erigerà tra sè e il marito, un po’ per trauma mentale e molto per assoluta diversità di idee e di istinti
nei riguardi del coniuge, visto come il titolare di una cultura che sradica
(Claudio Toscani: Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, a cura di Claudio Toscani, A. Mondadori, Milano 1991, p. XIII).
Unico conforto è l’arte, nella quale riesce a sublimare la triste tragedia quotidiana.
Nel 1908 pubblica Arte e scienza e L’umorismo, saggi critici che rappresentano
la sistematizzazione della sua teorizzazione artistica, l’angolo di visuale della sua visione della realtà,
del suo sentimento della realtà e dell’esistenza umana.
Al centro abbiamo sicuramente l’umorismo,
ed è un umorismo che non esiste in natura o nei fatti, come il comico o il tragico, ma nell’uomo e nella
sua riflessione sui fatti e sui personaggi, sulla realtà e sugli ideali, sui grandi valori e sulle piccole
miserie quotidiane.
I due volumi, insieme a quelli già pubblicati di novelle, romanzi e poesie,
serviranno per la nomina a professore ordinario, che avviene con un decreto del 28 novembre 1908 col quale
gli viene affidata ufficialmente la cattedra di “Lingua italiana, stilistica e precettistica e studio dei
classici, compresi i greci e latini nelle migliori versioni” nel primo biennio dell’Istituto Superiore di
Magistero di Roma; ed è una nomina che risolve in parte i suoi problemi economici.
Pur pesandogli molto, come abbiamo visto, la professione di insegnante, anche se a quanto pare ebbe notevole successo presso gli allievi per il senso del dovere e per il modo stesso con cui affrontava la storia letteraria e l’analisi dei testi classici, Pirandello abbandonerà la cattedra solo nel 1922.
Spazioprever è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.