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Le bevande alcoliche

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Il bere non ragionato, non è il nostro scopo. Chi beve con questo obiettivo deve sentirsi responsabile delle proprie azioni.

Bevande alcoliche: un piacere da consumare con attenzione

Le bevande alcoliche, sono caratterizzate dalla presenza di alcol etilico.

 

L'alcol è una sostanza tossica; questa tossicità non è in relazione al contenuto alcolico della bevanda. Tutti gli alcolici devono essere consumati con molta attenzione e in quantità modeste.

 

Particolare attenzione deve essere fatta con le bevande ad alta concentrazione alcolica come acquaviti e liquori, perché i limiti di tolleranza si raggiungono con quantità molto piccole e l'intossicazione è sempre in agguato; questa è molto pericolosa, in particolare quando l'organismo deve ancora raggiungere il completo sviluppo che avviene intorno ai diciotto anni.

L'alcol come alimento

Dal punto di vista alimentare, le bevande alcoliche non sono considerate alimenti in quanto praticamente non contengono principi nutritivi.

Oltre a non dare apporti alimentari, l'assunzione non regolata e prolungata di bevande alcoliche, può portare a disfunzioni nell'assorbimento degli altri principi nutritivi. In seguito a quanto detto, diventa facile rendersi conto del ruolo che può svolgere, per un'alimentazione regolare, la corretta o sbagliata assunzione di bevande alcoliche.

Solo i liquori danno un certo contributo in zuccheri in relazione al contenuto di saccarosio, mentre le bevande fermentate forniscono solo insignificanti quantità di proteine, vitamine e sali minerali.
Ogni grammo d'alcol produce 7,1 chilocalorie.

La sensazione di calore, che si avverte dopo l'ingestione di una bevanda alcolica, è causata in parte dall'irritazione della mucosa gastrica, ma prevalentemente è dovuta all'effetto di vasodilatazione della cute provocato dalla circolazione di una maggiore quantità di sangue che segue il consumo di bevande alcoliche.

Assorbimento dell'alcol

Quando si decide di bere qualcosa di alcolico, è bene che ciò avvenga lentamente e a stomaco pieno, perché non è tanto la diversità dei liquori o dei vini bevuti in successione a creare disturbi, ma la quantità effettiva d'alcol e la velocità in cui questa è ingerita.

L'assorbimento dell'alcol etilico è totale ed estremamente rapido. Ha subito inizio e termina in 15-40 minuti, la sua presenza nel sangue è riscontrabile entro cinque minuti dall'ingestione.
Tale velocità è dovuta al fatto che l'alcol non è soggetto a processi digestivi, e l'assorbimento può avvenire in qualsiasi punto del tubo digerente: cavo orale, stomaco, intestino tenue.

L'alcol è trasformato nell'organismo per il 90-95% attraverso molteplici passaggi. Da queste trasformazioni, che avvengono quasi totalmente nel fegato, si formano prodotti nocivi all'organismo.

Inizialmente l'alcol subisce delle reazioni d'ossidoriduzione che lo trasformano, prima in acetaldeide, che è causa di molti effetti tossici dovuti all'abuso d'alcol, poi, una successiva ossidazione modifica, l'acetaldeide in acido acetico.

É da rilevare che pure questa trasformazione avviene nel fegato. L'acido acetico è infine eliminato quando, messo in circolazione, raggiunge il tessuto muscolare dove è trasformato in acqua e anidride carbonica.

L'alcol non metabolizzato, espulso come tale, soprattutto da reni e polmoni, varia dal 2 al 10% dell'alcol ingerito. La quantità d'alcol eliminata attraverso il respiro è compresa tra l'1,6 e il 6 per cento, ed è in stretta relazione al volume respiratorio e alla temperatura ambientale.

La determinazione della concentrazione alcolica, o alcolemia, nel respiro, è resa possibile dal fatto che 2,1 litri d'aria alveolare contengono la stessa quantità d'alcol di 1 ml di sangue, tale valore è moltiplicato per il fattore 2100.

La velocità d'assorbimento, e la relativa caduta dell'alcolemia, varia secondo il momento e la persona.

Riferita al peso corporeo, la velocità di metabolizzazione in una persona di 70 chili, che sia in grado di metabolizzare 100mg/kg/ora, si attesta su 7g/ora vale a dire 168 grammi in 24 ore.

La quantità massima d'alcol che può essere metabolizzata nelle 24 ore, è di 300-400 grammi che equivalgono a 380-500 ml.

L'alcol Etilico

Il nome "alcol"

Il sostantivo "alcol" deriva dal termine arabo "al" (il) e "Kohl" o "Kohol" (polvere fine). Gli arabi con il termine "al-kohol" indicavano una polvere impalpabile utilizzata come belletto per gli occhi e le sopracciglia. Lo stesso vocabolo "alcoholar" passò poi allo spagnolo con il significato di "tingersi". Altri sostengono che alcol derivi da "Kalì" (ardere, bruciare).

Il termine "alcohole" fu utilizzato per la prima volta dal filosofo tedesco Paracelso (1493-1541), per descrivere l'essenza delle cose e, quindi, il risultato della distillazione del vino. L'altro nome con cui si definisce l'alcol è "spirito". Questo deriva dal latino "spiritus" con il significato di "soffio", o "essenza" che regola la vita, vale a dire di anima. Pertanto "spirito" fu utilizzato per indicare la caratteristica di volatilità dell'alcol.

Intossicazione alcolica

É importante sapere che gli effetti dell'intossicazione alcolica sono in stretto rapporto con la concentrazione d'alcol presente nel sangue e con la velocità con cui questa è raggiunta. Le bevande ad elevata concentrazione alcolica, come i distillati, causano un passaggio dell'alcol nel sangue più rapido di quanto non sia l'assorbimento della stessa quantità d'alcol assunta però mediante bevande dal volume maggiore come il vino o la birra.

 

Per questo è molto pericoloso ingerire elevate quantità d'alcol in tempi brevissimi, soprattutto se questo avviene a stomaco vuoto.

 

L'alcol entra immediatamente nella circolazione arteriosa, la sua distribuzione avviene subito in quelle zone dove è più abbondante l'afflusso di sangue come il cervello, il fegato, il cuore, i reni.

Da ciò si capisce perché i primi sintomi alcolici si percepiscono a livello del sistema nervoso: ebbrezza, depressione, felicità, malumore, stanchezza, sonnolenza. L'alcol, in un secondo tempo, si diffonde nei muscoli, e poi nei tessuti adiposi da dove è rimesso in circolo molto lentamente.

Alcol e calore

Questa situazione fa credere che l'alcol abbia una funzione "antigelo". In realtà tale convinzione è sbagliata dato che è la vasocostrizione, vale a dire una minor quantità di sangue in circolazione, a proteggere dal freddo. La cute, disperdendo calore verso l'esterno, provoca invece un raffreddamento interno che porta ad una minor capacità di sopportare il freddo. Perciò, d'inverno, o in climi freddi, nonostante la sensazione di caldo e l'eventuale sudore, successivi al "grappino", è necessario non scoprirsi.

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