Spazioprever lezioni in rete - I.I.S. "A. Prever" Pinerolo

 

Gabriele D’Annunzio (1863-1938)

 

Eleonora Duse Eleonora Duse

La pioggia nel pineto (pp.147-150)

La poesia, risalente al 1902, ha di nuovo una trama narrativa molto esile, quasi inesistente. È estate piena e sta piovendo vicino alle coste del mar Tirreno (il mare che bagna la Toscana). Siamo in prossimità del fiume Serchio (che ritroveremo in Ungaretti, I fiumi); lì si trovano diverse pinete nelle quali D’Annunzio e la Duse erano soliti passeggiare. La pioggia li soprende e, più che al senso tattile, il poeta fa riferimento ai rumori prodotti dalla pioggia, invitando più volte la compagna ad ascoltare i suoni diversi che le gocce producono cadendo su vari tipi di foglie (“Più rade men rade”). Insieme al canto della pioggia, che penetra tanto nelle foglie dei vegetali quanto nella pelle degli umani, si ascolta in lontananza (chi si ricorda Temporale di Pascoli?) il frinire delle cicale che, non appena la pioggia diviene più intensa, si affievolisce; dopo di esso, Interviene il verso della rana.

Intanto piove sui due personaggi, che da uomini sono diventati divinità dei boschi: piove sul poeta-superuomo e su Ermione (la Duse). I due si lasciano penetrare dalla pioggia e dai profumi boschivi che essa suscita cadendo sulle piante e sul terreno. I due subiscono una sorta di metamorfosi, divenendo, da umani che erano, vegetali. Grazie alla pioggia, i due si trasfigurano, si perdono nell’estasi di essere tutto nel tutto, senza più distinzione di umano, vegetale e divino: questa è la caratteristica tipica del Panismo, la compenetrazione dell’uomo nel tutto naturale che lo circonda, senza che vi siano più confini tra l’uno e l’altro. Il tono, come nella poesia precedente, è quello di “favola bella”, qualcosa di sovrumano, di irripetibile nella vita quotidiana.

La poesia è importante, più che per il contenuto, per l’alta musicalità dei versi, tutti liberi: vi si trovano ripetizioni di termini, onomatopee e suggestioni sonore (i verbi come “Taci” o “Ascolta”), allitterazioni, consonanze, assonanze. Tutto ciò è finalizzato ad un contenuto musicale, ad un’orchestrazione lussureggiante, che rimanda alla vita rigogliosa dell’estate e alla possibilità, per poche persone come il poeta, di compenetrarsi con la Natura al culmine del suo rigoglio.

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